La prima volta da avversario non si dimentica mai. Emozioni contrastanti ma ugualmente fortissime, che scandiscono le giornate di Daniele De Rossi che lunedì sera alle 20.45 affronterà la sua Roma da allenatore del Genoa. Una situazione che soltanto qualche anno fa non avrebbe mai immaginato, seduto sulla panchina giallorossa, dopo un esonero che ancora gli fa male. A raccontare i suoi pensieri è proprio l'ex calciatore in una lunga intervista a Dazn, rigorosamente a cuore aperto.
Daniele De Rossi per la prima volta da avversario contro la Roma
La prima analisi è quella dell'esperienza alla Roma, con la delusione dell'esonero. “Io sto benissimo ma vedere la Roma adesso mi dà sempre emozioni contrastanti. La squadra sta avendo un exploit, di cui sono felice e che immaginavo: certi giocatori il primo anno faranno fatica, poi esploderanno il secondo e il terzo anno potremo lottare per lo scudetto, continuando a fare mercato. Il gruppo era molto forte e i presidenti pendevano dalle mie labbra, c’era un rapporto costante. All'improvviso si sono un po’ incrinate le cose fino all'esonero e mi dispiace, io e il mio staff non meritavamo. Non sei mai pronto e fa ancora male, a distanza di tempo. Non ho mai usato il potere grande che avevo in quella città per proteggere me contro i giocatori o la società, rivivendo lo stesso momento della Spal. Mi ha fatto male l'incompiuto, non poter essere grande insieme alla Roma".
"Adesso sono felice al Genoa e mi fa strano lavorare questa settimana per battere la Roma. Non sono abituato! Ce la metteremo tutta, come sempre. Adesso mi ispiro ai grandi. Spalletti è geniale, così come Antonio Conte. Non c’era niente lasciato al caso ed era tutto nell’ottica di far giocare meglio la squadra. Anche Ranieri diceva: “È meglio un’idea mediocre che fanno tutti che un’idea geniale che capiscono in quattro”. Io assorbivo tutte le riunioni, quelle di Spalletti me le mangiavo con gli occhi mentre c’era gente che sbadigliava. Sono sempre stato appassionato di calcio sotto l’aspetto tattico e questo fa di me un allenatore curioso", conclude.






